Quattro anni di attività dell’Helpdesk Interistituzionale Anticaporalato
Il 15 giugno 2025 segna il quarto anniversario dell’attività dell’Helpdesk Interistituzionale Anticaporalato, avviato nel 2021 all’interno del progetto interregionale P.I.U. Su.Pr.Eme. (Percorsi Individualizzati di Uscita dallo Sfruttamento). Con la conclusione del progetto alla fine del 2023, il servizio ha trovato continuità all’interno della seconda edizione del Programma Su.Pr.Eme., finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali mediante Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) 2021-2027 – Obiettivo Specifico 2 Migrazione legale e Integrazione – Ambito di applicazione 2 h) misure di integrazione in complementerità con PN Inclusione e lotta alla povertà FSE+ 2021-2027 – Priorità 1 “Sostegno all’inclusione sociale e lotta alla povertà” – Obiettivo specifico ESO4.9) Promuovere l’integrazione socioeconomica di cittadini di Paesi Terzi, compresi i migranti.
Sin dalla sua istituzione, l’Helpdesk si è configurato come uno strumento strategico nella lotta contro lo sfruttamento lavorativo, volto a favorire l’emersione delle vittime, fornire supporto legale e orientamento, e promuovere l’accesso ai servizi territoriali, in particolare a beneficio di cittadini di Paesi Terzi in condizioni di vulnerabilità. Grazie alla sua struttura multilingue e multicanale, l’Helpdesk ha esteso il suo raggio di azione oltre le cinque regioni target del Sud Italia – Puglia, Calabria, Basilicata, Campania e Sicilia – raggiungendo un pubblico su scala nazionale. Una quota significativa di contatti, infatti, proviene da regioni del Centro-Nord, segno tangibile della trasversalità territoriale del fenomeno dello sfruttamento e dell’efficacia comunicativa del servizio.
Uno degli elementi distintivi dell’Helpdesk è la sua alta specializzazione, garantita da una componente legale e da un’elevata accessibilità linguistica, assicurata dalla presenza di mediatori e mediatrici in grado di comunicare in numerose lingue e idiomi, tra cui italiano, inglese, francese, arabo, pidgin, edo/benin, wolof, mandingo, fula, pular, urdu, punjabi, saraiki e sindi. Questa pluralità linguistica consente una comunicazione efficace con i beneficiari, promuovendo fiducia, comprensione e reale accesso ai diritti, anche per le persone più difficilmente raggiungibili dai canali istituzionali tradizionali.
Nel corso dei quattro anni di operatività, l’Helpdesk Interistituzionale Anticaporalato ha attraversato un percorso di sviluppo progressivo, che ne ha ampliato gradualmente le funzioni, l’efficacia e la capacità di risposta ai bisogni dei lavoratori coinvolti in situazioni di sfruttamento lavorativo. Questa evoluzione è resa possibile anche grazie a una struttura operativa solida e articolata, basata su un modello integrato di front e back office, in cui l’équipe multidisciplinare assicura un supporto immediato, specializzato e personalizzato.
Il front office è costituito da operatori con competenze specifiche, tra cui mediatori linguistico interculturali ed esperti legali, che gestiscono i contatti diretti con l’utenza. Il back office, invece, fornisce consulenze specialistiche su richiesta, anche in ambito giuridico e di tutela dei diritti, e coordina l’azione territoriale attraverso referenti regionali impegnati nel rafforzamento della rete locale. Questo assetto garantisce un intervento efficace, capillare e costantemente connesso con i bisogni del territorio.
I numeri del 2024
Nel corso del 2024, il servizio ha registrato risultati significativi che confermano il suo ruolo strategico nel sistema di contrasto allo sfruttamento lavorativo:
- A fronte di 3.631 accessi al multicanale, sono state svolte attività di ascolto e informazione, da cui sono emerse 615 richieste di supporto.
- 65 interventi di outreaching nei luoghi di vulnerabilità
- 52 collaborazioni attivate con enti e organizzazioni tematiche
- 1.665 servizi territoriali mappati nelle cinque Regioni del Sud
L’Helpdesk continua dunque a rappresentare un presidio dinamico e strategico nella lotta al caporalato, capace di adattarsi ai bisogni emergenti e di consolidare una rete nazionale di intervento, con l’obiettivo di promuovere diritti, dignità e inclusione per tutte le persone coinvolte in situazioni di sfruttamento lavorativo.